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“Milano vola”, “Il baricentro a Milano”, “Il futuro riparte da qui”, “Milano locomotiva”, “Milan a place to be”. La narrazione della Milano più recente ruota intorno a parole chiave che danno il senso di una città che torna a crescere dal punto vista demografico e, più in generale, socio-economico, che aumenta la sua attrattività, anche a scala internazionale, che si trasforma, risagomando il suo skyline, che rafforza la sua armatura infrastrutturale, provando a migliorare anche il livello dei servizi connessi, che punta a darsi un nuovo profilo ambientale, per risolvere alcune sue persistenti fragilità. Una città che, con il suo ritrovato entusiasmo, sta trainando lo sviluppo non solo metropolitano/regionale, ma dell’intero Paese.
La rinnovata capacità milanese di volare sui rami alti dei processi di sviluppo non deve però far velo ai problemi che accompagnano tali trasformazioni e che rischiano di acuire i divari economico-sociali e territoriali.
Oggi Milano è uno straordinario laboratorio economico-sociale e spaziale, nel quale le categorie sociali tendono a coincidere con un disegno spaziale che vede le élite acculturate e tendenzialmente cosmopolite, che hanno saputo capitalizzare i benefici dei processi di internazionalizzazione, vivere/lavorare nel centro e nelle zone “gentrificate” della città, un ceto medio in crescente difficoltà, che abita i quartieri semiperiferici e periferici, meno interessati da rilevanti trasformazioni o da forti scosse nella composizione demografica, e la popolazione più fragile, a minor reddito, colpita da forme di disoccupazione e precarietà, da nuove tipologie di disagio ed esclusione, che risiede prevalentemente nelle periferie urbane e nei comuni che offrono opportunità abitative a minor prezzo, con effetti sull’abitabilità di alcune parti della città e del territorio.
Tale composizione genera nuove domande di dotazioni urbane e servizi e fa emergere diverse modalità di utilizzo della città e dei suoi spazi, in un processo che vede protagoniste nuove popolazioni, nuove economie e forme del lavoro, con un cambio di scala delle relazioni, sempre più orientate verso una dimensione metropolitana/regionale e internazionale.
Oggi la sfida è quella di riuscire a interpretare questo cambiamento e tradurlo nel sistema di regole e di policy per governare lo sviluppo della città.