[ CDM-1545142636-1 ]
- Strategia 5 - schema cartografico (pdf - 2.41 MB)
[ CDM-1545142636-2 ]
- Strategia 5 - dati (pdf - 613.02 KB)
[ CDM-1545142636-3 ]
- Strategia 5 - dispositivi (pdf - 80.39 KB)
[ CDM-1545142636 ]
Le ambizioni rigenerative di Milano 2030 riconoscono l’assoluta centralità del progetto di suolo e acque. Il contesto milanese, caratterizzato da alta urbanizzazione e condizioni di criticità ambientale, richiede che il Piano definisca scelte che non si limitino ad essere difensive. Non è più sufficiente ribadire i confini delle tutele esistenti, attuare forme tradizionali di costruzione delle aree verdi, rimandare a visioni settoriali tra di loro poco dialoganti, così come non è più possibile adottare approcci territorialmente angusti alla pianificazione delle risorse ambientali ed ecologiche.
Milano 2030 valorizza l’acqua come elemento per migliorare la sostenibilità urbana. L’attuazione del progetto di riapertura dei Navigli porterà benefici sia migliorando la qualità paesaggistica e l’attrattività della città, sia generando effetti di mitigazione dei cambiamenti climatici e di riduzione dei rischi idraulici.
Il Piano dovrà essere in grado di ridare spazio ai fiumi e al reticolo idrografico al fine di migliorare la capacità di drenaggio delle acque meteoriche.
A questo scopo l’individuazione degli ambiti oggetto di rigenerazione ambientale risponde alla scelta di intervenire sui tessuti edificati oltreché sugli spazi aperti. All’interno di tali ambiti sono sostenuti interventi edilizi di sottrazione e diradamento, consentendo il trasferimento dei diritti edificatori e incentivando interventi di rinaturalizzazione e forestazione urbana, come parte di un più ampio programma strategico di rinaturalizzazione che coinvolgerà l’area metropolitana e che prevederà la piantumazione di alberature implicando benefici ambientali, sociali ed economici a favore della collettività. Gli interventi dovranno essere più incisivi laddove più urgenti sono le condizioni di rischio idraulico e compromissione dei suoli. Questa scelta consentirà di individuare le Infrastrutture Verdi e Blu e di rafforzare le connessioni ecologiche tra le grandi dotazioni verdi di scala metropolitana, poco accessibili e in condizioni di trascuratezza, e la trama minuta e frammentata del verde urbano esistente nelle parti più centrali della città. In questo senso, le dotazioni di verde pubblico previste all’interno dell’Accordo Scali rappresenteranno i nuovi recapiti/capisaldi del progetto di rete ecologica comunale.
Milano 2030 valorizza l’agricoltura, tornata ad essere in questi anni una funzione vitale della città anche attraverso l’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale (AQST) Milano Metropoli Rurale, i progetti per il Parco Ticinello, il Parco della Vettabbia, il Parco delle Risaie, il Parco Forlanini, il progetto europeo OpenAgri e, in generale, tutte le progettualità più diffuse nei parchi della città a sostegno dell’agricoltura periurbana. Il Piano prosegue e rafforza le politiche del risparmio del consumo di suolo liberando estese aree naturali o coltivate da precedenti previsioni insediative. Questa scelta consente di introdurre nella disciplina urbanistica le aree destinate all’agricoltura esterne alle aree dei parchi regionali e di mettere a disposizione del Parco Agricolo Sud nuove aree funzionali al suo ampliamento nell’ottica di realizzazione del Parco Metropolitano.