[ CDM-1545143926-1 ]
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- Strategia 8 - dati (pdf - 866.17 KB)
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- Strategia 8 - dispositivi (pdf - 79.41 KB)
[ CDM-1545143926 ]
La fase di crescita di Milano si esprime nella trasformazione fisica della città: non solo il suo “skyline”, ma soprattutto la “riscoperta” dello spazio pubblico. Nuovi spazi urbani, piazze e luoghi di aggregazione rappresentano l’elemento simbolo dei grandi interventi di rigenerazione che hanno inciso sulla dimensione strutturale di Milano, allargandone il centro a partire dalla vocazione pedonale.
Basti pensare alla pedonalizzazione di Piazza Castello e alla Darsena, a Piazza Aulenti e alla Biblioteca degli Alberi o, in prospettiva, ai quasi settecentomila metri quadrati di verde e spazi pubblici previsti negli scali ferroviari.
Il rapporto tra il vuoto degli spazi aperti ed il pieno degli edifici è determinante per la qualità urbana e la vivibilità della città. Accorciare i tempi di spostamento a piedi, con sezioni stradali pensate per una mobilità più inclusiva, significa ridurre le distanze sociali verso una città multicentrica, in grado di valorizzare i suoi quartieri e le persone che la abitano.
Con questo approccio il Piano pone lo spazio pubblico al centro della rigenerazione. La sua profonda e sostanziale riqualificazione è condizione fondante per il ripensamento di sette piazze – Loreto, Maciachini, Lotto, Romolo, Abbiategrasso, Trento e Corvetto. Si tratta di luoghi inconclusi, tra centro e quartieri periferici, punti di discontinuità della rete pedonale interamente dedicati all’automobile, in cui la qualità del progetto orientato ad incrementare la permeabilità e la percorribilità pedonale e ciclabile è condizione non eludibile per accedere a possibili interventi di densificazione, analogamente a quanto previsto per la rigenerazione dei nodi di interscambio.
L’attenzione alle persone diventa fattore cruciale nella progettazione urbana a partire dalla morfologia insediativa. Il Piano si pone l’obiettivo di identificare una serie di luoghi per la costruzione di una rete a vocazione pedonale, in cui individuare interventi di moderazione del traffico e di cura urbana che riconducano a nuovi valori qualitativi, in coordinamento con la pianificazione delle opere pubbliche e degli interventi di manutenzione. Una rete di punti e assi concepita come struttura portante della vita urbana collettiva, al centro dei quartieri, a partire dai nuclei storici esterni, che faccia emergere le identità locali e faciliti le regole d’insediamento del piccolo commercio, le attività artigianali e dei servizi, anche privati, al piano terra. L’idea è che si possano coniugare fronti urbani attivi e vitalità nello spazio aperto per riumanizzare la città, favorendo lo sviluppo e la diffusione dei distretti commerciali naturali, a partire dai Distretti Urbani del Commercio - DUC individuati limitando le grandi strutture di vendita e centri commerciali classificati come Grandi Strutture di vendita attraverso nuove prescrizioni.
Entro la stessa logica si inserisce anche il progetto di Riapertura Navigli, nel quale l’acqua e gli interventi connessi definiscono le condizioni per una estesa riduzione della mobilità privata motorizzata all’interno della cerchia a favore di sistemi di trasporto pubblico sostenibili.