[ CDM-1545141512-1 ]
- Strategia 3 - schema cartografico (pdf - 926.11 KB)
[ CDM-1545141512-2 ]
- Strategia 3 - dati (pdf - 236.63 KB)
[ CDM-1545141512-3 ]
- Strategia 3 - dispositivi (pdf - 77.1 KB)
[ CDM-1545141512 ]
La combinazione tra “sapere” e “saper fare” – ovvero l’ibridazione tra competenze tecnico-scientifiche e umanistiche sia codificate sia di natura contestuale – ha storicamente rappresentato il vantaggio competitivo specifico di Milano sui mercati nazionali e mondiali.
Scienze della vita, moda e design, media e comunicazione, chimica e farmaceutica, meccanica di precisione e strumentale, macchine utensili, connessi alla rete di servizi di rango superiore, costituiscono le principali eccellenze che fanno dell’odierna Milano metropolitana una delle capitali dell’innovazione. Si tratta di un tessuto, costituito principalmente da medie imprese e da reti di piccole imprese e neo-artigianato, orientato verso produzioni più “verdi” (nuovi materiali), più “leggere” (nuove macchine e processi produttivi), più tecnologiche (crescente componente digitale), per piccole serie (diversificazione dei prodotti in relazione alla frammentazione della domanda), che integrano strettamente manifattura e servizi (“dimensioni” sempre meno distinguibili). Ai segmenti produttivi più avanzati si affianca, in un rapporto di reciproca funzionalità, una trama di attività più tradizionali, prevalentemente commerciali e di servizio.
Sotto il profilo localizzativo, questo plesso di attività, rispetto alle forme produttive conosciute, rimette in scena la città, in un mutato rapporto con il territorio metropolitano, in quanto domanda spazi meno ampi, produce meno rumore, reflui ed emissioni in atmosfera, non abbisogna di grandi impianti di produzione di energia, chiede un’accessibilità “leggera”, si rivela più attento alla qualità fisica e sociale dei contesti territoriali in cui si colloca.
Le nuove forme della produzione e del lavoro portano con sé potenti trasformazioni sociali, caratterizzate da crescente polarizzazione e disuguaglianze, che riguardano lavoratori impiegati nei segmenti più deboli e meno stabili del mercato del lavoro.
Partendo dai valori guida dell’innovazione e dell’inclusione, l’obiettivo è promuovere uno sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale, agevolando la crescita dei settori consolidati e creando spazi per chi investe nell’economia del futuro, allo scopo di generare lavoro soprattutto per i più giovani. Con tali intenzioni, il Piano propone di ampliare l’ambito di applicazione del principio d’indifferenza funzionale facilitando i cambi di destinazione d’uso tra produttivo, terziario, ricettivo e servizi privati, entro gli indici massimi consentiti, senza dotazione aggiuntiva di servizi. Tale misura consente una più agevole riconversione degli spazi produttivi dismessi, soprattutto negli Ambiti oggetto di Rigenerazione, favorendo la permanenza di attività economiche in città.