[ CDM-1545141087-1 ]
- Strategia 2 - schema cartografico (pdf - 2.8 MB)
[ CDM-1545141087-2 ]
- Strategia 2 - dati (pdf - 525.19 KB)
[ CDM-1545141087-3 ]
- Strategia 2 - dispositivi (pdf - 156.16 KB)
[ CDM-1545141087 ]
Milano sta tornando a crescere grazie a un modello fondato sulla concentrazione di servizi ed eccellenze che stanno facendo da motore per i processi di trasformazione della città.
Cresce l’università, in termini spaziali, numerici e di competitività, rinnovandosi sotto forma di campus urbani diffusi e attraendo popolazione giovane, anche straniera. Insieme all’università cresce l’innovazione. Si espande l’offerta legata alle scienze della vita e alla salute, che sta trainando due delle trasformazioni metropolitane più rilevanti della città – Mind nell’area Expo e la Città della Salute a Sesto San Giovanni – anche grazie all’integrazione con strutture ospedaliere d’eccellenza. Emerge il turismo, che dopo Expo 2015 ha scoperto margini inespressi di sviluppo, configurando Milano come “host city”, grazie alla sinergia tra le attività della Fiera e il proliferare di eventi diffusi. Eccelle la cultura, che contribuisce al riposizionamento strategico della città, riconosciuta dalla nomina a Città Creativa UNESCO per la letteratura, attraverso le grandi istituzioni culturali storiche e quelle di recente istituzione – come Fondazione Prada e Feltrinelli. Infine, vuole emergere l’offerta sportiva, a partire dal rinnovamento della dotazione degli impianti.
La trasformazione dei grandi vuoti urbani non può prescindere dal contribuire in maniera sostanziale all’evoluzione e alla crescita di questo modello. Per questo, il Piano individua sei aree – Bovisa-Goccia-Villapizzone, San Siro, Piazza d’Armi, Ronchetto, Porto di Mare, Rubattino – in cui l’identificazione di grandi funzioni urbane “attrattive”, pubbliche o private, possa fare da traino alla rigenerazione, anche attraverso l’insediarsi di funzioni “accessorie”. Si tratta di aree a proprietà non frazionata, prevalentemente pubblica, accessibili, di dimensioni notevoli, collocate su assi strategici, in attesa di una vocazione chiara, che il Piano non impone – laddove non già chiaramente emersa o prevedibile – ma lascia volutamente aperta e flessibile. Tra le possibili funzioni attrattive: nuovi sedi istituzionali e amministrative, strutture logistiche di supporto alla produzione culturale, una moderna biblioteca pubblica, strutture ospedaliere, aule e servizi universitari legati a spazi di incubazione alle imprese, grandi impianti sportivi e per il tempo libero, depositi per la mobilità sostenibile, nuovi parchi urbani. È infatti proprio a partire dai “vuoti” – e in particolare dalla dotazione di verde pubblico prevista negli scali ferroviari – che il Piano fa emergere un’ulteriore funzione, quella naturale e paesistica, che mira allo sviluppo di un Parco metropolitano unitario, la cui continuità viene facilitata da specifiche politiche di tutela, rinaturalizzazione e ridefinizione dei confini. In particolare l'area di Piazza d'Armi viene considerata altamente strategica e costituirà uno dei più importanti esempi europei di riforestazione urbana quale patrimonio identitario della città ed asse fondante della qualità della vita urbana.